2 aprile 2009

Etimi tossici


L'intreccio casuale di temi presenti nei due ultimi post (la seduzione, la filosofia) ravviva nella memoria di Apollonio una istruttiva esperienza personale, il cui racconto tornerà magari utile ai suoi due lettori e con questo spirito qui lo si offre loro.
L'aneddoto comincia or sono sette lustri, negli anni dei suoi studi post-universitari: "Vi accadrà certo un giorno o l'altro" tuonava un vecchio barone e (sia detto a limitarne ulteriormente la figura) anche accademico dei Lincei "di sentir qualcuno che, nel bel mezzo d'una discussione, per far figura di dotto, tirerà fuori l'etimologia di sedurre. Dirà, con l'aria di chi se ne intende e proferisce cosa profonda, che c'è di mezzo il pronome personale. Ma non c'è etimologia più falsa e non c'è trappola di falsa etimologia in cui i finti colti cadano con frequenza maggiore. Il se- di seduco non ha niente da spartire col pronome: è antica particella con valore separativo. Vale appunto 'a parte, in disparte'. Come nel caso di secerno, di secedo, di separo, di seditio".
Passano trenta anni da quegli ammonimenti pedanti. Tranquilla domenica del giugno 2005. Sulla scrivania di Apollonio, la gazzetta di libri e cultura che accompagna l'organo di stampa della Confindustria aperta sulle pagine dedicate alla filosofia. Pezzo di Remo Bodei, consacrato a un libro (non suo) che parla filosoficamente della moda.
Di nuovo: Apollonio è rude abitante di Citera. A Citera non si organizzano festival né altri eventi culturali. Non ci sono "scuolenormali" né "libreriefeltrinelli" né "circolidellastampa". Non vi si incontrano mai "eccellenze" né "maggiori-scrittori-tra-i-viventi". Se mai accadesse peraltro, nessuno li riconoscerebbe come tali, dal momento che vi sono in uso grandezze incommensurabili e vi è molto labile la distinzione tra chi è vivo (o lo sembra) e chi sembra morto (e non lo è).
Di quel gran nome della cultura italiana d'oggidì Apollonio ha dunque solo sentito favoleggiare e sa solo ciò che legge sulle pagine di quella gazzetta. E talvolta, come altrove ha confessato, nei libri alla moda momentaneamente sottratti a più riprese agli scaffali delle librerie e poi riposti con doveroso rispetto. Si tuffa appunto nella lettura del pezzo. Sotto quella penna, s'attende il trattino che fa tanto prosa filosofica e puntualmente lo trova. Lo trova anzi in doppia ricorrenza: una, esplicita; l'altra, implicita ma squadernata poi in tutta la sua evidenza.
"La ri-velazione della moda ha il doppio senso, di svelare e di nascondere di nuovo sotto un velo ciascuno a se stesso, inserendolo in un gioco sociale di reciproca seduzione (etimologicamente: di attrarre a sé, ad se ducere)".
Tutto qui.

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