10 aprile 2009

"L'Italia piange le sue vittime"


"L'Italia piange le sue vittime": è il titolo maggiore dell'edizione in questo momento on-line del Corriere della Sera. Ma c'è da credere che titoli comparabili (se non proprio identici) ricorrano su tutte le testate giornalistiche, tradizionali ed elettroniche.
La lingua (val la pena ancora di ribadirlo?) è mirabile: fermarsi ad osservarla riserva sempre a chi lo fa doni preziosi di comprensione profonda e di penetrazione dei fatti, delle persone, degli istituti, delle nazioni.
Il sue che ricorre in quel titolo sembra solo esornativo: aggiunge il tocco di patetismo, con cui l'estensore ha ritenuto di caricare ulteriormente un'espressione già patetica. Le vittime che l'Italia piangerebbe sono, enfaticamente, le sue: le appartengono.
Ma l'italiano è lingua dantescamente tragica, irridente e maligna d'una nazione le cui classi dirigenti e intellettuali inclinano invece senza posa all'elegia e al patetismo, con malafede mandarina. Ed è lingua che assegna così la stessa espressione alle relazioni predicative tanto del possesso (nel caso specifico, presuntamente affettuoso) quanto dell'attività. Se qualcuno, se qualcosa fa delle vittime, quelle saranno le sue vittime
Ebbene, Apollonio non sa certo dire se le vittime che l'Italia piange sono le vittime che l'Italia incessantemente fa o quelle che le appartengono. Sa però che l'italiano di quel titolo del Corriere on-line dice, ferocemente, ambedue le cose. E grazie alla stupidità linguistica che prova come sempre a stemperare e a nascondere nel patetismo la rovinosa inconcludenza di ceti privilegiati, dice senza volerlo la verità di una nazione che, con il suo autolesionismo, ammesso sia vero che pianga, inscena ancora una volta la sua chiassosa kermesse per piangere lacrime di coccodrillo.

Ultime notizie: alle 17 circa, sulla pagina di apertura del Corriere on-line il titolo è stato modificato. Adesso suona "...piange i suoi morti". La verità della lingua ha balenato per un breve momento: prevalse poi una meditata, cardinalizia reticenza.

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