22 novembre 2009

Babele

La storia è nota ma vale la pena di rifletterci un po', per provare a capire quante cose può raccontare.
Dio crea separando e opponendo: si potrebbe diversamente? Solo il caos è globale. Distratto, il caso specifico dell'espressione umana doveva essergli sfuggito, nel corso dei celebri sei giorni e per qualche seguente settimana. E così, eguale per tutti, la lingua era rimasta chiaramente creazione incompiuta, anche perciò foriera di intraprese umane stupide e deliranti. Tale dovette presentarsi al creatore l'abbozzo della famosa torre: prima costruzione a cui fondamento stava l'idea del mattone. Decise quindi di benedire quella genia che egli medesimo, dandole una sola parola, aveva fatta sconsiderata e ne perfezionò per quanto possibile la natura con la confusione delle lingue. Pose così anche lì il solo seme fruttuoso per un'eventuale intelligenza umana: il seme della differenza comparabile e della percezione del limite. Troppo tardi, però.
Le cose erano infatti andate già avanti. L'imperfezione creativa della parola stupida e eguale per tutti aveva avuto tempo di sedimentarsi e di lasciare così il suo veleno nel fondo dell'animo umano. Di lei si alimenta il sogno violento e nichilista di indistinzione, il cupio dissolvi che attraversa la storia intera dell'umanità, tanto nella forma dell'assoluta separatezza di un idioma, quanto in quella della sua assoluta prevalenza e affermazione, equivalente all'assoluta prevalenza e affermazione di un solo punto di vista, che l'essere eventualmente quello giusto o il più efficace non salva dagli effetti rovinosi della stupidità.

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