9 aprile 2011

Còlti freschi in libreria...

per i due fedeli lettori di Apollonio, dalle serre di tre editori italiani di cultura.
1) Copertina di Tomaso Montanari, A cosa serve Michelangelo?, Einaudi: "La vicenda del crocifisso cosiddetto «di Michelangelo» acquistato dallo Stato italiano è una metafora perfetta del destino dell'arte del passato nella società italiana contemporanea. Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall'Università. La storia dell'arte è ormai una escort di lusso della vita pubblica". "Metafora" ha qui fatto da tema di un paio di post di alcune settimane or sono.
2) Fascetta (rossa) sovrapposta al libro di Alessandro Barbero, Lepanto. La battaglia dei tre imperi, Laterza: "Questo libro lo consiglio a coloro che hanno avuto sempre una certa diffidenza nei confronti dei saggi. Perché si accorgeranno che si sono persi tra le cose migliori mai scritte". Chi firma tale impareggiabile emblema degli attuali fasti della scrittura in lingua italiana? Roberto Saviano.
3) Infine, in epigrafe di Dioniso di Karl Kerényi (Adelphi), per respirare e consolarsi: "Grazie alla reciproca dipendenza del pensiero e della parola appare chiarissimo che le lingue non servono propriamente a esporre la verità già nota, ma piuttosto a scoprire la verità che prima era ignota. La loro diversità non è una diversità di suoni e di segni, ma di visioni del mondo". Parole di Wilhelm von Humboldt.

1 commento:

  1. E' lo stesso Saviano che, prima in tv e poi in un libro, ha interpretato l'ultima riga dell'Horcynus orca ("...dove il mare è mare.") come profondità del mare stesso e non, come pare a più avvertiti lettori, una poetica dichiarazione di impasse ceativa.
    Che dire? Forse oltre a non saper scrivere, non sa nemmeno leggere...

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